Un interessante mito collegato alla branca di appartenenza del telemetro monostatico, ossia l'ottica, è quello della Fata Morgana, molto popolare nella mia terra d'origine.
Il personaggio di Morgana è uno dei più conosciuti della mitologia celtica, divenendo emblematico per la sua bellezza e la sua furbizia e arte dell’inganno. Sorellastra di re Artù, era legata a quest’ultimo da un sentimento di odio e amore incestuoso.
Secondo la mitologia normanna, la più popolare in Sicilia, i due fratelli stregati dalle bellezze dell'isola decisero di farne la loro dimora; si narra che Artù volesse riparare la propria spada all'interno del vulcano Etna, mentre la sorella morgana avesse costruito un castello di cristallo nelle profondità dello stretto di Messina.
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foto dello stretto di Messina durante il verificarsi del fenomeno |
Il mito ha luogo durante le invasioni barbariche alto medioevali, in agosto, e narra di come un re barbaro giunto a Reggio Calabria vide all'orizzonte la Sicilia e si domandò come raggiungerla, quando la Fata Morgana fece apparire l'isola a due passi dal re conquistatore. Costui allora si gettò in acqua, convinto di potervi arrivare con un paio di bracciate, ma l'incanto si ruppe e lui morì affogato. (chissà come sarebbe andata se il nostro amico avesse avuto a disposizione un telemetro).
Il mito della Fata Morgana ha numerosissime versioni nei miti popolari di diverse culture europee, e da il nome in tutto il mondo al fenomeno ottico che si verifica quando i raggi di luce sono incurvati dal passaggio attraverso strati d'aria a temperature diverse, in condizioni di inversione termica, con la formazione di un condotto atmosferico dovuto ai differenti indici di rifrazione.
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